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Umbria Jazz Winter # 31

Come da tradizione, a cavallo del nuovo anno, ha avuto vita Umbria Jazz Winter, il festival nato come una scommessa (vinta) ormai più di trenta anni fa e che oggi rappresenta un evento di sicuro riferimento nel periodo invernale. Anche per questa edizione (la #31) si può sicuramente parlate di successo, non solo per i circa 8000 biglietti venduti (trattandosi di una edizione invernale e focalizzata unicamente sul mondo jazz e i suoi immediati dintorni, le location di riferimento vanno  da quella teatrale ad ambienti più raccolti e con capacità di accoglienza più ridotte), con una crescita del 15% rispetto alla precedente ma, soprattutto per la ricchezza e la varietà dell’offerta artistica. Un offerta artistica rappresentata da un complesso di centocinquanta musicisti distribuiti in ben venticinque formazioni diverse che hanno animato la città di Orvieto in più di novanta concerti (molti dei quali sold-out) distribuiti nell’arco delle quattro giornate e mezza di festival. Una formula quindi che si conferma di successo grazie anche alle qualità della città che offre numerose e diversificate location (il Teatro Mancinelli, il Palazzo del Popolo con la Sala 400 e la sala Expo, il palazzo dei Sette, il Teatro del Carmine e il Museo Greco) tutte di qualità e a brevissima distanza l’una dall’altra in un centro storico di urbanistica medievale disseminato di perle artistiche e architettoniche.

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Passiamo però al racconto della manifestazione e dei suoi protagonisti, iniziando dagli artisti che si sono esibiti sul main stage del Teatro Mancinelli: da Paolo Fresu che si è presentato sia in trio, sia con lo storico Devil Quartet che, con tutti i musicisti insieme, in sestetto, a Ekep Eqwelle, giovane cantante di origini africane, promettenti interprete sempre più in via di affermazione, a Ethan Iverson, presente sia in trio che, nel progetto Simply Cinematic, con la Umbria Jazz Orchestra, al vibrafonista Joel Ross col suo trio, al pianista Emmet Cohen, anche lui in trio, per finire con l’immancabile coro gospel, rappresentato quest’anno dal Benedict Gospel Choir.

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Impossibile citare tutti gli artisti che si sono esibiti nel corso dei quasi cinque giorni di festival. Alla Sala dei 400 oltre ai già citati Trio & Devil Quartet di Paolo Fresu, Ekep Nkwelle, Emmet Cohen e Joel Ross (entrambi in trio), citiamo Mwenso & The Skakes, la formazione dal sapore vintage dei Chicago Stompers, senza dimenticare la marching band dei Funk-Off in versione on stage.

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Il Museo Emilio Greco ha visto come protagonisti la pianista Francesca Tandoi, sia in duo con (Eleonora Strino) che in trio e Dino Rubino (anch’egli in trio) mentre, il Palazzo dei Sette (nel suo Meeting Point Bistrò) ha visto avvicendarsi sul palco numerosi artisti che hanno animato le giornate del festival, quali Nick The Nightfly Quintet, The House Band, Lorenzo Hengeller trio, i Dixie Blue Brothers, il Nico Gori Lions Quartet e gli Hot Gravel Eskimos. Infine ricordiamo il visual “The feeling of Jazz – un secolo”  al Teatro del Carmine e, nel giorno di capodanno il tradizionale Concerto della Pace in Duomo col Benedict Gospel Choir, oltre ai Funk-Off con le loro consuete e immancabili street-parades per le vie della città.

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Per un racconto visivo più dettagliato, rimandiamo a:
GALLERY 1, con immagini dei concerti di Paolo Fresu, Ekep Nkwelle, Joel Ross, Francesca Tandoi, “The Feeling of Jazz” e Dino Rubino.
GALLERY 2, con immagini dei concerti del Benedict Gospel Choir, di Ethan Iverson, Emmet Cohen e di alcuni dei concerti al “Meeting Point“.

Appuntamento infine a Umbria Jazz Winter #32 dal 28 dicembre 2025 al 01 gennaio 2026, ma prima, dall’11 al 20 luglio, l’edizione (che già si preannuncia sontuosa) di Umbria Jazz 25!

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