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Succede sempre qualcosa di meraviglioso

Viaggiare attraverso i libri

Andiamo in Vietnam

Succede sempre qualcosa di meraviglioso è uno di quei libri da tenere sul comodino, accanto al letto, per averlo a portata di mano, per aprirlo e andare esattamente a rileggere una frase che può risollevarci il morale, per vedere le cose da una prospettiva diversa.

È uno di quei libri che non puoi fare a meno di regale a qualcuno di speciale.

È uno di quei libri in cui sottolinei i passaggi per imprimerli nella mente, per ritrovarli ogni volta che senti di aver bisogno di cambiare rotta.

Gianluca Gotto, l’autore, attraverso i protagonisti ci guida non solo in Vietnam, ma anche nell’animo umano.

Un viaggio per scoprire un paese meraviglioso, ma anche per conoscere un po’ di più noi stessi. Il libro ci porta verso un concetto che può sembrare scontato ma che spesso facciamo fatica a fare nostro: la Vita è qui ORA, ADESSO.

“…Concediti la possibilità di essere felice oggi. Guardati intorno: la vita non è quello che è successo ieri. È qui e ora.”

Il protagonista del romanzo è Davide, un ragazzo di 25 anni con il futuro già programmato: un lavoro a tempo indeterminato e la convivenza con la sua ragazza. E il suo unico desiderio è che tutto rimanga così “perfetto”. Di punto in bianco si trova a dover affrontare delle perdite importanti (la morte del suo amato nonno e la rottura del suo fidanzamento con Valentina) e per questo motivo, per questa sorta di ingiustizia che secondo lui la Vita gli ha riservato, cade in una sorta di torpore, di depressione.

A un certo punto però (non vi racconterò come) coglie l’occasione di andare in Vietnam, alla ricerca di un certo Guilly e, una volta trovato, inizierà con lui il suo viaggio.

Un viaggio on the road che diventa metafora di crescita interiore.

Attraversare il Vietnam, scoprirne l’anima nascosta, scoprire le ferite di un popolo che ha saputo reagire agli eventi della storia per Davide è come una rinascita, è come attraversare sé stesso.

Davide capirà, grazie a quest’uomo misterioso e saggio, che la felicità, la serenità, la pace la troviamo in noi stessi. Dipende dallo stato d’animo con cui si affrontano gli eventi.

Davide capirà che siamo noi, molto spesso, a opporre resistenza alla Vita.
La Vita, invece, deve “essere fiume” non roccia. Dobbiamo lasciarla scorrere e accettarne l’imprevedibilità.

 “… Nulla resta mai uguale a sé stesso. Cambiamo noi e cambia la realtà intorno a noi. Per questo motivo la vita è un fiume. Scorre in una sola direzione, in avanti, e non c’è modo di far scorrere la sua acqua indietro.”

Il libro fa riflettere su come noi occidentali, spesso, affrontiamo la Vita e la “ricerca della felicità”: il nostro ego al centro di tutto, la ricerca della perfezione, l’avere tutto sotto controllo. Spesso questa ricerca spasmodica ci fa perdere di vista alcuni attimi, alcuni momenti: la gentilezza, un sorriso, un tramonto, un’alba.

Guilly insegnerà a Davide la capacità di fermarsi per rendersi conto che noi facciamo parte di qualcosa di più grande, di un Universo che ci è amico e non ostile, dipende da come lo vogliamo affrontare.

Guilly farà capire al ragazzo che la felicità è uno stato d’animo: una sensazione che abbiamo già dentro di noi, quella “sensazione di essere a casa, sempre”, indipendentemente da che cosa ci accade.

Quella sensazione, sta a noi ascoltarla e accoglierla, e soprattutto viverla.

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