Scroll Top
pino-daniele-dieci-anni-senza-il-poeta-del-blues-napoletano

Pino Daniele: dieci anni senza il Poeta del Blues napoletano

Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, eppure il vuoto che ha lasciato nel cuore di chi lo amava è più vivo che mai.

Artista inconfondibile, cantautore dalla voce graffiante e dallo stile unico, Pino ha regalato al mondo intero un suono nuovo, nato dalle radici profonde della cultura napoletana ma capace di abbracciare e parlare a generazioni diverse, in Italia e all’estero.

Nato a Napoli il 19 Marzo 1955, Giuseppe Daniele, per tutti Pino, è cresciuto nel cuore pulsante della città, dove le note del mandolino si mescolavano con il blues americano, il jazz e il rock.

Fu proprio questo crocevia culturale a influenzare profondamente il suo stile, portandolo a sviluppare una musica senza barriere.

Con la sua chitarra e una voce ricca di sfumature, è stato capace di cantare Napoli come nessun altro, portando nel mondo la bellezza e le contraddizioni di una città difficile ma piena di vita.

Il suo debutto avviene nel 1977 con l’album Terra Mia, un disco che già conteneva i semi della sua poetica, come il classico Napule É diventato negli anni una sorta di inno, un manifesto della napoletanità per eccellenza.

Pino non esita a cantare delle difficoltà, della povertà, e delle ingiustizie della sua terra, ma lo fa con un amore profondo, che traspare in ogni parola e in ogni nota.

Uno degli elementi più affascinanti della musica di Pino Daniele, è il suo approccio unico alla fusione dei generi.

Con lui, Napoli ha scoperto il blues, e il blues ha scoperto Napoli.

Nei suoi brani, la tradizione melodica italiana si fondeva con il soul, il jazz e il rock, dando vita a uno stile che qualcuno definì “tarumbò“, ovvero il giusto mix tra tarantella e blues.

Questa alchimia si trova in album iconici come Nero A Metà e Vai Mò, che segnano il periodo d’oro della sua carriera e contengono successi come Quanno Chiove, A Me Me Piace ‘O Blues e Yes I Know My Way.

La sua musica, ricca di arrangiamenti sofisticati, non era solo melodia ma anche messaggio.

In un’epoca di profondi cambiamenti, Pino Daniele ha saputo cantare l’umanità e le difficoltà di una generazione, senza mai perdere la speranza, con testi che spaziavano dall’intimismo alla critica sociale.

La sua Napoli era una città ferita, ma mai sconfitta, piena di speranza e di voglia di riscatto.

Quando il 4 Gennaio 2015 il cuore di Pino Daniele si fermò improvvisamente, Napoli e l’Italia intera furono travolte dal dolore.

Migliaia di persone si riversarono nelle strade, non solo della sua città natale, per dargli l’ultimo saluto.

A dieci anni da quella data, la sua musica continua a essere viva e attuale, reinterpretata da giovani artisti, trasmessa nelle radio e celebrata in concerti e tributi.

La sua eredità va oltre le sue canzoni: Pino ha mostrato come la musica possa abbattere le barriere culturali, linguistiche e geografiche, portando il sud dell’Italia nel mondo e ispirando una generazione di cantautori e musicisti.

Molti artisti lo ricordano come un amico e un maestro.

Tanti hanno collaborato con lui, condividendo il palco e i progetti, come Massimo Troisi, con cui ebbe un legame speciale, o Eric Clapton, con cui instaurò un’amicizia fondata sulla stima reciproca e sull’amore per il blues.

Celebri sono anche le collaborazioni con colleghi italiani come Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Jovanotti e Francesco De Gregori.

La sua Napoli non era solo uno sfondo, ma un personaggio vivo e pulsante, che danzava al ritmo delle sue note e piangeva sulle sue parole malinconiche.

In Napule É si sente tutto l’amore e il dolore per una città capace di incantare e di far soffrire.

É proprio questa Napoli che, a dieci anni dalla sua morte, continua a celebrarlo.

Non c’è strada o vicolo dove non risuonino le sue canzoni, simbolo di un’identità che ha saputo esportare in tutto il mondo, senza mai dimenticare le sue radici.

In questo 2025, le celebrazioni non si fermeranno.

Il figlio Alessandro con la Fondazione Pino Daniele, ha creato un logo che ricorda i 10 anni dalla scomparsa e i 70 anni che avrebbe compiuto a Marzo.

Ci saranno spettacoli e concerti, per far rivivere dal vivo la musica e le opere di Pino.

Sul finire del 2024, abbiamo potuto apprezzare la voce e la musica di Pino, in un brano inedito intitolato Again,

Le sorprese in questo 2025 saranno molte per gli amanti dell’artista partenopeo, una e ne abbiamo parlato ampiamente tempo fa (leggi qui articolo), un libro con foto inedite di Roberto Panucci.

All’interno troverete i racconti di chi con Pino ha lavorato dietro le quinte, come Lorena detta Lollo.

Lei era l’assistente di camerino ed è molto toccante il racconto che di questo grande artista.

Per conoscere tutte le iniziative che Alessandro Daniele e la Fondazione Pino Daniele hanno preparato,  andate su fondazionepinodaniele.org/anniversary

Una però ve la voglio svelare, a Marzo, nel mese del 70° Anniversario della sua nascita, uscirà al cinema il film-documentario ufficiale su tutta la vita di Pino Daniele intitolato PINO.

Il docufilm, di Francesco Lettieri e Federico Vacalebre, é prodotto da Groenlandia, Lucky Red e Tartare Film.

Il vuoto che ha lasciato è profondo, ma le sue canzoni continuano a parlare per lui.

Ogni volta che risuonano le note di Quando, Je So’ Pazzo o Io Per Lei, i suoi fan ritrovano un pezzo di quel Pino che sembrava raccontare la loro stessa vita.

La sua musica, in fondo, non ha età, perché parla dell’essenza umana, della voglia di libertà, di amore e di comprensione.

Anche dopo dieci anni, Pino Daniele resta sempre il “nostro” Nero A Metà, il poeta del blues napoletano che continua a ispirare e a emozionare.

 

 

Recent Posts
Clear Filters

Alice e il suo Master Songs a Roma. L’omaggio ai grandi della musica e della poesia italiana nei teatri d’Italia

Dieci anni dalla morte del Poeta del Blues. Pino Daniele è Il musicista che ha cambiato Napoli. Libri concerti e tanto altro per ricordarlo

Post Views: 128

Add Comment

Related Posts