Paul Weller è un nome che risuona spesso nel panorama musicale britannico, grazie alla sua carriera lunga e variegata che ha attraversato diverse decadi e generi.
Nato il 25 Maggio 1958 a Woking in Inghilterra, Weller è diventato un’icona del mod revival, nonché una figura influente nel rock, nel punk e nel pop.
La sua capacità di reinventarsi e di sperimentare nuove sonorità, ha garantito la sua rilevanza continua nel mondo della musica.
Una carriera lunga la sua, iniziata con i The Jam negli anni ’70, dove lui era il cantante, chitarrista e principale autore delle canzoni.
La band non solo rispecchiava il fermento politico e sociale dell’epoca, ma contribuiva anche a modellare la scena musicale britannica.
Nel 1982 decise di intraprendere una nuova sfida, quella che lo portò a far nascere con Mike Talbot gli Style Council.
Un cambio di rotta deciso, in cui si trovò ad esplorare un’ampia gamma di generi, inclusi il soul, il jazz, il funk e il pop.
Poi successivamente si è dedicato al suo percorso da solista, che lo ha portato a realizzare molti album.
Pochi giorni fa, il 24 Maggio, ha pubblicato un nuovo lavoro fatto di 12 canzoni.
Lo ha intitolato 66 (Polydor), le primavere che segnano la sua esistenza visto che il giorno dopo l’uscita del disco, ha festeggiato il suo compleanno numero 66.
Ascoltando più volte per intero questo nuovo lavoro, si percepisce perfettamente quale è stato il suo viaggio musicale nei tanti anni di carriera.
Un disco intimo e molto ben suonato, con alcuni ospiti d’eccezione questo diciassettesimo da solista di Weller.
Al suo fianco tra una traccia e l’altra si trovano Suggs (al secolo Graham McPherson) dei Madness, Noel Gallagher e Bobby Gillespie, rispettivamente in Ship Of Fools, Jumble Queen e Soul Wondering.
E non è finita qui, perché nel disco c’è spazio anche per il trio femminile di Brooklyn Say She She, con loro duetta in In Full Flight.
Oltre a loro, tra le note di copertina si scorgono anche i nomi di Dr. Robert, Richard Hawley e dell’attore britannico Max Beesley.
A curare la copertina invece, una vecchia conoscenza di Weller, quel Peter Blake che nel 1995 realizzò la cover di Stanley Road.
Tutte le canzoni di questo nuovo lavoro, sono nate nello studio Black Barn negli ultimi tre anni.
Tre anni in cui Paul Weller ha continuato a girare per il mondo portando la sua musica anche in Italia.
Nei testi trovano spazio ricordi personali, momenti di vita e riflessioni sulla spiritualità.
Le canzoni si fanno amare ed ascoltare già dal primo play, un disco che di certo lascerà il segno.
Per vederlo nuovamente nel nostro paese invece, ci sarà ancora da aspettare.