Sabato scorso, il palco del Monk di Roma ha segnato il ritorno nella Capitale di Paolo Benvegnù, fresco vincitore della Targa Tenco 2024 per il suo ultimo album ‘E’ Inutile Parlare d’Amore’, ha incantato il pubblico con un concerto che ha celebrato il ventennale di ‘Piccoli Fragilissimi Film’, il suo esordio solista dopo la breve ma significativa esperienza con gli Scisma. Il live è stato un’occasione speciale per immergersi nell’opera che ha segnato una pietra miliare della sua carriera solista, arricchita da brani provenienti dal suo vasto repertorio, tra cui mi preme segnalare ‘Giornalismo’, a suo tempo uscita come b-side sul singolo di ‘Suggestionabili’.
Un pubblico caloroso per un format “innovativo”.
Il concerto è iniziato alle 19:00, un orario insolito per eventi live che si rivolge però a un pubblico desideroso di vivere la musica senza dover sacrificare la comodità di un orario serale anticipato. Il Monk ha sperimentato questo format durante i week-end, riscontrando un successo straordinario, come dimostra la sala gremita anche per Benvegnù. La scelta sembra sposarsi perfettamente con la proposta artistica di alto livello e con un pubblico affezionato alla qualità della musica dal vivo.
Un Tenco per celebrare l’arte e l’introspezione
Il 2024 è un anno importante per Paolo Benvegnù, come detto grazie alla prestigiosa Targa Tenco vinta per il suo ultimo lavoro, un riconoscimento che conferma il suo ruolo di spicco nel panorama cantautorale italiano. Durante il concerto l’autore, confermando la sua consueta umiltà, non ne fa assolutamente cenno, ma tra il pubblico questo traguardo è stato evocato come un simbolo della maturità artistica e della costante capacità di emozionare attraverso la sua poetica musicale.
‘Piccoli Fragilissimi Film’: vent’anni di bellezza
Il cuore pulsante della serata è stata l’esecuzione integrale di ‘Piccoli Fragilissimi Film’, album che nel 2004 aveva segnato la sua svolta artistica abbandonati i panni di leader degli Scisma. Con una sensibilità unica, i brani hanno trasportato il pubblico in un viaggio tra malinconia, introspezione e bellezza. Ogni canzone è stata interpretata con un’intensità che solo vent’anni di vita vissuta possono aggiungere, rendendo la performance un’esperienza ancora più coinvolgente.
Benvegnù ha poi arricchito il concerto con pezzi tratti da altre tappe della sua carriera solista, creando un equilibrio perfetto tra il passato e il presente. Il pubblico, rapito dall’alternarsi di emozioni, ha dimostrato di apprezzare ogni sfumatura del viaggio musicale. Notevole l’affiatamento con la sua backband, composta da Luca Baldini, Gabriele Berioli, Saverio Zacchei, Daniele Berioli e Tazio Aprile, senz’altro ottimi professionisti ma legati da una palese amicizia che li lega.
L’ironia di un artista senza tempo
Tra una canzone e l’altra, Paolo Benvegnù ha dato prova della sua grande ironia e autoironia, una dote che lo contraddistingue sin dai tempi degli Scisma. Con uno stile che sa essere brillante e profondo allo stesso tempo, l’artista ha scherzato sui luoghi comuni legati all’età e alla senilità, giocando con il pubblico e con sé stesso. La sua capacità di alleggerire anche i temi più complessi è stata una delle chiavi del successo della serata, creando un’atmosfera intima e conviviale.
Un successo che conferma il valore dell’arte dal vivo
La risposta entusiasta del pubblico e l’energia trasmessa da Paolo Benvegnù hanno reso il concerto al Monk un evento indimenticabile. La scelta di proporre spettacoli pomeridiani si dimostra vincente, sia per il locale sia per il pubblico, che ha saputo riempire la sala e creare un’atmosfera magica.
Paolo Benvegnù ha offerto un viaggio tra passato, presente e futuro, con la classe e la profondità di un grande cantautore, ma anche con la leggerezza di chi sa prendersi gioco della vita. Un’esperienza che ha confermato, ancora una volta, il potere della musica come linguaggio universale capace di unire e far riflettere.