Durante l’estate, in molte città italiane ci sono grandi eventi musicali negli stadi e nelle strutture all’aperto.
Poi però ci sono anche altri eventi, molti di questi gratuiti, che vengono organizzati dalle circoscrizioni.
Venerdì sera a Roma nel parco di Villa Lazzaroni, c’è stato il concerto di John De Leo.
Abbiamo imparato a conoscerlo negli anni 90, quando è stato uno dei fondatori dei Quintorigo con i fratelli Andrea e Gionata Costa, Stefano Ricci e Valentino Bianchi.
La sua avventura nella band si è conclusa nel 2004.
Da quel momento ha intrapreso la sua carriera solista fatta di tre album e molte collaborazioni anche in campo teatrale.
Affiancato Dalla Grande Abarasse Orchestra, si è esibito in quelle che sono delle grandi esplorazioni musicali tratte dai suoi lavori.
Salito sul palco ha dato le spalle al pubblico iniziando a dirigere l’orchestra, mi hai ricordato anche Miles Davis che era solito farlo durante tutti i suoi concerti.
Poi hai iniziato a regalarci le sue sperimentazioni sonore, facendoci fare un viaggio musicale che ha molto a che fare con il teatro.
La sua espressività si è fatta apprezzare e non poco.
Con la mimica facciale e le sue movenze fisiche, ha praticamente vestito ogni singola traccia.
Tutto gira intorno alla voce di John De Leo che viene filtrata, campionata e riproposta in loop.
Talvolta non si riesce a capire dove arriva la sua voce e dove arrivano gli strumenti.
All’inizio c’è stata anche una improvvisata e finta telefonata, uno dei microfoni era collegato a una vecchia cornetta in bachelite.
Se sei un artista vero, sei pronto anche a improvvisare e lui lo ha fatto perché all’inizio ci sono stati dei piccoli problemi tecnici con la chitarra.
Al suo fianco c’erano Fabrizio Tarroni, Franco Naddei, Giulia Barba, Federica Vignoni, Silvia Valtieri, Paolo Baldani, Massimiliano Canneto e Piero Bittolo Bon.
Se capita dalle vostre parti vi consiglio di andare a vederlo.