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Intervista ai Torre della Muda

C’è un’urgenza profonda in “Momento Eterno”, debutto dei Torre della Muda, un disco che si muove tra lirismo e inquietudine, costruendo un viaggio sonoro che oscilla tra l’introspezione e la denuncia sociale. Un concept album che riflette sulla complessità dell’esistenza umana, affrontando il rapporto tra individuo e società, il peso delle convenzioni, la ricerca di autenticità e la percezione del tempo.

L’impianto sonoro si nutre di tensioni e aperture, alternando momenti più introspettivi a esplosioni che rifiutano il conformismo, in un equilibrio tra impeto espressivo e controllo narrativo. La band riesce a tradurre in musica il senso di spaesamento e di lotta interiore che attraversa l’intero lavoro, con testi che si fanno veicolo di riflessioni profonde senza perdere di immediatezza.

Con “Momento Eterno”, i Torre della Muda consegnano un esordio solido e consapevole, che colpisce per la sua capacità di coniugare spessore tematico e impatto emotivo. Un disco che non offre risposte semplici, ma invita a immergersi nelle sue contraddizioni.

“Momento Eterno” sembra un invito a riflettere sull’esistenza e sul nostro legame con il mondo. Come pensate che l’album possa influire sugli ascoltatori a livello emotivo e psicologico?

Abbiamo scelto il titolo proprio per questo motivo. Sono molti gli spunti di riflessione che cerchiamo di dare con i nostri brani e riteniamo che l’ascoltatore possa usare le nostre parole, a volte come uno specchio in cui riflettersi e a volte per esplorare un punto di vista che non aveva mai preso in considerazione.

Nell’album affrontate temi come la prigionia e la liberazione. Ci sono stati momenti, sia nel processo creativo che nella vostra carriera, in cui vi siete sentiti intrappolati e come siete riusciti a liberarvi da quella sensazione?

Effettivamente sì, ci sono stati dei momenti in cui ci sentivamo come Penelope che di giorno tesseva la sua tela per poi disfarla di notte, senza mai vedere la fine del processo creativo. Poi abbiamo deciso di affrontare uno alla volta tutti i problemi che ci stavano impedendo di realizzare questo progetto e alla fine siamo riusciti a portarlo a termine.

Il concetto di “tempo” è un tema ricorrente nell’album. Come pensate che la percezione del tempo abbia influenzato la vostra musica e la vostra vita quotidiana, sia come band che come individui?

Sicuramente il tempo ha influenzato molto sia su di noi come band che sul disco. Ci basta pensare al fatto che alcuni brani sono stati scritti circa 10 anni fa, mentre altri li abbiamo conclusi poche settimane prima di iniziare le registrazioni. Quindi anche il solo pensare alle persone che eravamo quando abbiamo iniziato a scrivere questi pezzi e a quelle che siamo ora ha sicuramente influenzato il risultato finale.

“Momento Eterno” non nasconde le contraddizioni e le difficoltà dell’essere umano. Come riuscite a mantenere l’equilibrio tra esprimere questi aspetti negativi e offrire speranza agli ascoltatori?

Questa è proprio l’idea alla base del brano “Momento Eterno”. Non è stato semplice trovare le parole giuste, e di conseguenza anche la musica, per esprimere questo delicato equilibrio. Per farlo abbiamo strutturato il brano come un flusso che si evolve, partendo da pensieri più negativi, fino ad arrivare al finale in cui ogni ascoltatore è libero di trovare il proprio significato. 

L’album presenta un approccio “senza filtri” alla vita umana. Avete mai avuto difficoltà ad essere così trasparenti nelle vostre canzoni, o c’è un momento in cui vi sentite più vulnerabili nel condividere certe riflessioni?

Tutti i brani li abbiamo scritti principalmente per noi, a volte è stato più difficile trovare le parole giuste che fossero in grado di esprimere un determinato concetto, ma non ci siamo mai tirati indietro ripiegando su idee più banali e già sentite solo per rendere il processo più semplice.

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