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Intervista a Giulia Pratelli

Giulia Pratelli in questa piacevole chiacchierata ci racconterà di “Tutti i santi”, un piccolo EP homemade che contiene due brani inediti e una nuova versione di “Nodi” interpretata qui in duetto con Setak, cantautore abruzzese e amico di Giulia. I tre pezzi sperimentano sfaccettature diverse dello stesso tema: la distanza.

Il lavoro, prodotto e arrangiato da Luca Guidi, è breve ma intenso e in esso le canzoni di Giulia si affidano a sfumature nuove e atmosfere sospese, che ruotano attorno alla chitarra, elettrica e acustica. L’illustrazione e l’artwork sono opera di DISEGNACCI (Riccardo Pratesi): a fianco e attorno alla figura centrale della cantautrice si notano vari elementi che raccontano il lavoro e le canzoni che lo compongono, come il microfono, la casa e i nodi.

Ciao Giulia, benvenuta su 100Decibel. Come e quando è nata la tua passione per la musica?

È sempre stata con me anche se ovviamente col tempo si è fatta più concreta e mi ha portata a cercare di trasformarla in un lavoro.

Nel 2014 Fiorello ti ha accolta nel cast della sua Edicola Fiore. Successivamente hai aperto i live di Edoardo Bennato, Diodato, Mirkoeilcane e Paolo Benvegnù. Ci racconti queste esperienze?

Sono tutte esperienze preziosissime che mi hanno fatto trascorrere momenti divertenti e importanti, permettendomi di imparare tantissime cose su un mestiere bellissimo ma molto complesso.

Qual è il tuo più grande obiettivo musicale?

Il più grande obiettivo sarebbe poter vivere esclusivamente di quello che scrivo e canto.

Come nasce l’EP “Tutti i santi”? E perché questo nome?

L’EP nasce dalla voglia di rimettermi in discussione e ripartire in qualche modo. Ha preso il titolo dal primo brano della tracklist che racconta la vita dopo una perdita personale importante.  “Tutti i santi” è il modo in cui ho indicato lo sfogo e le imprecazioni a cui si ha tutto il diritto di lasciarsi andare in momenti come quello.

Quali generi musicali sono presenti e qual è il filo conduttore che lega le canzoni tra loro?

Il genere è uno, probabilmente si potrebbe definire come un pop d’autore morbido ma lascio a voi le definizioni… con il punto di vista dell’autrice è più difficile farlo in modo obiettivo! Le canzoni sono legate dal tema della distanza, affrontato da tre punti di vista diversi: quella irrimediabile, quella da colmare, quella da vivere pienamente.

Quale messaggio vorresti rimanesse a chi ascolta questo EP?

Non c’è un messaggio in particolare ma la voglia di condividere un punto di vista e la ricerca del bello anche in momenti difficili. 

Che progetti hai per il futuro? Puoi svelarci qualcosa?

Tante cose… la prima è che a breve vedrà la luce uno spettacolo teatrale, il primo per me, realizzato in collaborazione con Guascone Teatro e Andrea Kaemmerle.

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