Il Metalland, festival di due giorni dedito a varie declinazioni del metal, ha visto alternarsi sul palco band emergenti e leggende consolidate, con due celebri band nostrane a guidare la carica giá durante la serata di sabato 3 agosto, ovvero i Secret Sphere e i Vision Divine. Ma è stato il concerto degli Onslaught, a chiusura della seconda giornata del festival, a lasciare un’impronta importante su questo evento; e nonostante la presenza di un pubblico esiguo, la serata ha offerto una performance che ha mostrato la resilienza e la passione intramontabile del thrash britannico.
Come detto il Metalland ha portato a Roma un mix eterogeneo di band e di piacevoli contrasti, attirando un pubblico di certo non casuale ma, anzi, oltremodo conoscitore delle varie diramazioni di quello che ancora ci sforziamo a chiamare semplicemente metal. Il Casilino Sky Park, con il suo ambiente urbano e alternativo, si è rivelato una cornice particolare per la celebrazione di un genere che da decenni continua a evolversi senza mai tradire le sue radici, grazie alle performance energiche e cariche di adrenalina di band affermate che di autentici outsider.
Arrivata la sera del 4 agosto, l’attesa per gli Onslaught era palpabile. La band britannica, veterana della scena thrash metal europea (che in passato ebbe anche Steve Grimmett per un periodo alla voce), è stata chiamata a chiudere il festival, promettendo un’esibizione che sarebbe rimasta impressa nella memoria dei presenti. Tuttavia, con l’avvicinarsi dell’orario del concerto, è apparso evidente che il numero di spettatori non era quello che ci si sarebbe aspettati per una band di tale calibro.
Ma nonostante il pubblico ridotto, gli animi erano tutt’altro che spent: pur essendo in pochi, infatti, i presenti formavano un nucleo di fan devoti, pronti a scatenarsi (i più giovani, va detto, mentre noialtri di vecchia data si scalpitava in transenna o comodamente ai lati del palco). L’attesa è stata ripagata fin dai primi accordi, quando gli Onslaught sono saliti sul palco con un’energia e una potenza che hanno subito travolto i presenti.
La band davvero non ha deluso le aspettative. Dalla prima nota di “Let There Be Death” fino alla conclusione con “Power From Hell”, la band ha offerto una performance magistrale, dimostrando perché sono ancora considerati dei pilastri del genere. Le chitarre di Nige Rockett e Sy Keeler (nonché la voce di quest’ultimo) hanno guidato la carica con una precisione e una ferocia che non sono scemate negli anni, e nemmeno durante l’intera scaletta del live, che spaziava nella loro discografia ma concentrandosi maggiormente sui primi lavori degli anni ’80, ovvero ‘Power from Hell’ e ‘The Force’.
Ogni brano eseguito è stato accolto con urla di entusiasmo e cori scatenati, rendendo il pubblico parte integrante dello spettacolo a due passi dal cielo.
Il fatto che il pubblico fosse composto da un numero esiguo di spettatori non ha tolto nulla all’intensità della serata. Anzi, ha aggiunto un senso di esclusività e -in un certo qual senso – intimità all’evento. I fan presenti erano chiaramente appassionati e coinvolti, creando un’atmosfera che è risultata incredibilmente vibrante e personale. La band, da parte sua, ha riconosciuto e apprezzato il supporto dei presenti, interagendo spesso con il pubblico e mostrando un’autenticità rara nelle grandi esibizioni.
La chiusura del Metalland con gli Onslaught è stata una testimonianza della passione che il metal continua a suscitare, indipendentemente dal numero di presenti. Il Casilino Sky Park è stato testimone di una performance che ha dimostrato come la qualità della musica e l’entusiasmo dei fan possano creare momenti indimenticabili anche in contesti più ridotti. Gli Onslaught hanno chiuso il festival con un’esibizione che non solo ha soddisfatto, ma ha anche superato le aspettative, lasciando un ricordo di un live infuocato (in una serata estiva già torrida di suo) negli occhi dei fortunati che hanno avuto il privilegio di assistervi.
Con la conclusione del Metalland, Roma ha ribadito il suo ruolo come uno dei punti di riferimento per la scena metal italiana. Nonostante la partecipazione forse meno numerosa del previsto, l’energia e la passione dimostrate dai fan presenti sono un chiaro segnale che eventi come questi continueranno a prosperare. Il Metalland ha offerto due giorni di musica, comunità e pura passione, e la performance degli Onslaught è stata la ciliegina sulla torta di un evento che molti sperano diventi un appuntamento fisso nel calendario musicale della capitale.