Il tour estivo di Francesco De Gregori arriva nelle Marche, a Porto Recanati, all’interno della splendida location del Castello Svevo.
Ad aprire il concerto Angela Baraldi, già ospite di alcuni tour del cantautore romano, la prima volta nel lontano 1993.
Accompagnata dal chitarrista Federico Fantuz, offre al pubblico suoi brani editi ma anche anteprime inedite che usciranno nel disco di prossima pubblicazione. Il graffio che la contraddistingue e la magnetica e affascinante presenza scenica catturano il pubblico dentro a un silenzio attento e totale.
Che Francesco De Gregori abbia voglia di divertirsi lo si intuisce dall’attacco. Il concerto di stasera inizia infatti con un brano “minore”, sicuramente non tra i più noti: “Lettera da un cosmodromo messicano”.
E confessa subito la novità: “Oggi avete davanti a voi un De Gregori che parla tanto tra un brano e l’altro. Ma è colpa di Venditti con cui sono stato lungamente in tour… Mi ha fatto venire voglia di fare come lui. Stasera mi va di parlare!”.
Si entra nel vivo del concerto e De Gregori incanta. Il dialogo ironico e giocoso con il pubblico andrà avanti per tutta la serata. Dal racconto di quando fece sentire per la prima volta “Atlantide” al suo discografico che commentò con un “tu sei pazzo Francesco” a quando, un tempo, i critici continuavano a domandargli se Pablo alla fine fosse vivo o morto, all’introduzione a “Numeri da scaricare” e il racconto dei treni dei deportati verso Auschwitz, per porre l’interrogativo di come fosse possibile che nessuno vedesse quanto stesse avvenendo.
Tra una toccante “Compagni di viaggio” e “Caterina” si rivolge nuovamente alla platea: “State bene? Siete contenti?”
Arrivano brani come “Generale”, il “Cuoco di Salo’” e “La leva calcistica della classe ‘68”, che travolgono emotivamente le 1800 persone presenti all’Arena Beniamino Gigli.
Si intuisce facilmente che quello che abbiamo di fronte è un De Gregori felice di essere sul palco e di esserci come gli pare, libero di essere ciò che vuole e di cantare e raccontarsi senza compromessi.
Sorride, si diverte e gioca con la musica, con la scaletta (ogni sera diversa), con la band, con i ricordi di una vita, con la fantasia, con la leggerezza di una calda sera d’estate, con la storia e con l’amore.
Arrivano i ringraziamenti del cantautore alla band, strepitosa, composta da Guido Guglielminetti (basso e contrabasso), Carlo Gaudiello (tastiere), Primiano Di Biase (hammond), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino) e Simone Talone (percussioni), Francesca La Colla (cori). E scherzando commenta: “E’ tutta roba vera. Suoniamo tutto dal vivo. Se io fossi un critico la serata di oggi la intitolerei: Musica italiana dal vivo. Sembra poco ma non lo è.”
La platea è completamente rapita, stregata da uno spettacolo senza artifizi e senza fronzoli. Ma immenso.
La sua voce si è trascinata dietro tutti noi. E ci ritroviamo dentro la storia.
“Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare”.
Scaletta Francesco De Gregori:
Lettera da un cosmodromo messicano
Cose
Atlantide
Compagni di viaggio
Caterina
Falso movimento
L’uccisione di Babbo Natale
Stella stellina
I matti
Numeri da scaricare
Generale
Il cuoco di Salò
La leva calcistica della classe ‘68
Diamante
La valigia dell’attore
Sempre e per sempre
La donna cannone
La storia
Anidride solforosa
Rimmel
Buonanotte fiorellino