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Fandango il ritorno della Bandabardò

Uscito lo scorso 28 Marzo, il nuovo album della Bandabardò intitolato Fandango (OTRlive), è stato già presentato durante un tour che ha fatto tappa in molte città europee.

Lugano, Bruxelles, Parigi, Liegi e Berlino sono state conquistate dal suono della banda, che adesso è pronta a girare l’Italia.

Ho avuto l’occasione di incontrare Finaz (Alessando Finazzo) e Nuto (Alessandro Nutini) qualche settimana fa e ci eravamo ripromessi di sentirci per una intervista, questo è il resoconto del nostro incontro.

La prima domanda è d’obbligo e un po’ lunga.

Dopo il 2021 e la scomparsa di Erriquez ci eravamo chiesti che fine avrebbe fatto il progetto Bandabardò.

chiuderlo come fecero i Joy Division dopo la scomparsa di Ian Curtis o continuare come invece decisero di fare gli AC/DC dopo la morte di Bon Scott.

Alla fine avete deciso di continuare, prima con l’aiuto di Cisco e adesso con un disco nuovo.

Raccontaci questa scelta che di certo non è stata semplice.

All’inizio eravamo davvero shockati e non riuscivamo nemmeno a immaginare un rientro della Banda senza Erriquez.

Personalmente propendevo per una soluzione alla Joy Division, soprattutto perché avevo creato la Banda con Enrico, scrivevamo insieme, decidevamo insieme.

Poi ha iniziato a delinearsi l’ipotesi di ripartire con un amico, una collaborazione, che avrebbe stemperato l’impatto e ci avrebbe permesso di studiare la situazione: Cisco, col quale abbiamo avuto un progetto dal 2022 al 2024, è stato prezioso.

Ma soprattutto ci ha spinto il supporto dei fan, dei familiari, degli amici e tantissimo anche dei colleghi e degli addetti ai lavori che ci hanno riempito d’affetto e spronato ad andare avanti.

…e poi le parole di Enrico, che aveva espresso il desiderio che continuassimo a portare avanti la musica della Banda.

L’album si intitola Fandango, in copertina c’è un fantastico Fior di loto a cui manca un petalo, riferimento naturalmente voluto vero?

Ho scelto il fiore di loto perché rappresenta la rinascita, la purezza, la bellezza che nasce nel fango, quindi da una situazione negativa, da esperienze drammatiche: si può sempre rinascere nella propria purezza ed esprimere la bellezza.

La mancanza di un petalo non vuole indicare semplicemente l’assenza di Enrico, ma il fatto che emotivamente ci manchi tantissimo; quel vuoto è il segno del nostro affetto per lui, la testimonianza del fatto che lui è sempre con noi.

Ascoltando il disco traccia dopo traccia, si percepisce perfettamente un messaggio di resistenza, sensazione personale oppure è quella che vi ha ispirato in questo lavoro?

E’ un messaggio di resistenza, ma alla maniera della Bandabardò, senza prendersi mai troppo sul serio, col sorriso, ma anche con franchezza.

Ogni brano è una fotografia del mondo in questo momento, un mondo che è un fandango: è confusione e disorientamento –  come indica la parola nello spagnolo corrente – non è solo far festa, ma è anche caos disorientante, ed è questa l’immagine che sta dando il mondo in questo momento di sé.

Noi non cerchiamo di dare una risposta a ogni problema, indichiamo i problemi senza avere delle soluzioni da proporre, ma invitando ad affrontarli insieme, con amore e con ironia.

L’ultima canzone del disco a me personalmente ha messo i brividi, c’è anche la collaborazione di Carmen Consoli. Un valzer davvero intenso, un tributo?

Certo, Notti Di Luna E Falò è un omaggio a Enrico.

Non era affatto scontato che lo avremmo fatto: scrivere una canzone su una persona così importante per noi significava addentrarsi in un terreno molto scivoloso, non volevamo né spettacolarizzare un dolore, né cadere nel pietistico.

Però a volte le canzoni nascono da sé e così è stato per Notti Di Luna E Falò.

Una notte, combattendo la mia perenne insonnia con la chitarra in mano e pensando ad Enrico, a quanto mi mancasse, mi è venuto questo valzerino, e le parole erano già lì.

È un omaggio fatto col cuore, coerente al nostro percorso, e quando Carmen lo ha ascoltato ha voluto partecipare.

E lo ha reso una perla rara, non solo per l’orchestrazione con l’Orchestra Popolare Siciliana, ma anche con la sua voce: quando entra è un pugno nello stomaco, non si riesce a trattenere le lacrime.

Non ringrazieremo mai Carmen a sufficienza per questo.

La Banda è da anni sulla scena musicale italiana, sempre schierata senza paura. Questa cosa vi ha creato problemi?

Sì, ci è successo che in determinati contesti, alcuni comuni o organizzazioni non ci abbiano voluti, per timore delle nostre posizioni ‘politiche’.

Ma noi siamo sempre stati schierati socialmente, più che politicamente: siamo per un mondo a misura di donne e di bambini, siamo per l’uguaglianza sociale, perché ogni cittadino abbia diritto allo studio, al lavoro, a una vita degna e a questo non rinunceremo.

Se questo è comunismo, sì, siamo comunisti; noi ci riteniamo paladini di un’eguaglianza sociale: è quello che chiediamo e proclamiamo sin dal nostro primissimo album, Il Circo Mangione.

La canzone Viva Fernandez, contenuta nel disco, può dirsi il nostro vero manifesto politico.

Con l’assenza di Enrico, in pratica adesso sei tu a comporre le canzoni, prima scrivevate a quattro mani. Quello che si percepisce però è una continuità con il passato…

Mi fa molto piacere venga percepita una continuità col sound della anda, una certa coerenza.

Le melodie ora sono modulate per la mia voce e non più per quella di Enrico, però abbiamo composto insieme i pezzi per anni: è normale ci sia continuità di scrittura dopo 30 anni di simbiosi con Enrico.

I brani nascevano con grande spontaneità, la stessa spontaneità con cui sono state scritte le canzoni di Fandango.

Diverso è stato per il disco scritto con Cisco, ovviamente, perché lì la collaborazione con lui ha necessariamente spostato la musica in un’altra direzione.

Qui invece c’è un ritorno al sound latino che caratterizzava i primissimi dischi della Banda.

Adesso di certo per te fatica doppia, hai dovuto imparare le canzoni del repertorio perché sei diventato la voce della banda.

Moooooooooolta più fatica, se prima ero il “chitarrista virtuoso” che metteva a disposizione tutta la sua conoscenza armonica e tecnica per infiocchettare e infuocare gli scenari musicali della Banda, adesso devo anche cantare e presentare e quindi metterci la faccia in primis.

È una sfida molto importante, interessante per me; all’inizio mi spaventava dover diventare altro rispetto a quello che ero stato per anni.

Una volta presa la decisione, però, me la sono goduta, me la sto godendo pienamente.

E anche il pubblico che abbiamo incontrato in queste date all’estero sembra apprezzare questa scelta, che alla fine è la più genuina, la più “Bandabardò” che potessimo prendere.

Adesso vi aspettano due appuntamenti il 25 Aprile, prima a Gattico a Casa Cervi alle 13 e poi a Rimini alla “festa balla la liberazione”.

Sono passati 80 anni, ma noi adesso siamo davvero liberi?

80 anni fa ci siamo liberati dalla dittatura nazifascista che ha creato tragedie immense, quindi è giusto continuare a festeggiare e ricordare, nel senso etimologico del termine: portare nel cuore affinché quella barbarie non possa più ripresentare.

Oggi siamo liberi da una dittatura militare, tenuta con le armi e la violenza; siamo però schiavi dell’algoritmo: una dittatura subdola che non ci permette di fare le scelte più semplici (come vestirsi, come mangiare ecc) liberamente.

E poi tra chi gestisce quegli algoritmi ci sono tanti potenti della terra, che ci riempiono di menzogne e di paure.

L’album si intitola Fandango e anche il tour, il disco è carico di energia, quella che avete già portato sui palchi europei, cosa devono aspettarsi e cosa dobbiamo aspettarci dai vostri concerti?

Devono aspettarsi la Banda, la Banda che è tornata con tutta la sua allegria, con tutta la sua energia, la sua potenza.

La cosa che più ci ha fatto piacere in questi primi concerti del tour europeo è stato incontrare dopo aver suonato tanti nostri vecchi fan sudatissimi e stremati dai tanti salti e balli.

La Banda è tornata, è carica e vuole portare questo ciclone di energia sul palco, come sempre è stato, come crediamo sia necessario fare in questo momento.

Come si dice in questi casi le date del tour sono in aggiornamento e le troverete su bandabardo.it il sito ufficiale

Grazie Finaz, ci si vede sottopalco pronti a cantare con voi.

 

 

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