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Edel e il suo primo album

Il 28 febbraio 2025 è uscito il disco d’esordio di Edel “Contro la fretta di crescere”. Per celebrare l’uscita, l’artista ha organizza uno showcase  al  Mob Studios di Roma, noi eravamo li per la presentazione.

 

Dopo l’esperienza come frontman e arrangiatore della band La Scala Shepard, culminata con l’album “Bersagli”, Edel ha intrapreso una carriera solista che lo ha portato a vincere riconoscimenti come il Premio Assoluto e Miglior Testo al Premio Città di Quiliano e il Premio del Pubblico Banca Macerata a Musicultura 2024. La sua musica è un viaggio tra introspezione e sperimentazione, radicata nella canzone d’autore.

“Contro la fretta di crescere” è una soggettiva sull’avere trent’anni: un’opera di nove tracce, intima e sincera, che parla di cambiamenti, di innocenza e del desiderio d’incontro, nella ricerca di equilibrio tra il mondo esterno, la paura e la musica. A legare melodie e voce, i testi, caratterizzati da una penna introspettiva e allo stesso tempo narrativa, capace di offrire uno sguardo personale con una poetica interessante e misurata.

Le radici del progetto artistico di EDEL affondano nella tradizione cantautorale italiana, evocando le atmosfere di Franco Battiato, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè. A queste si aggiungono influenze internazionali e contemporanee: dalle sonorità jazz, rock e new wave di Blackstar di David Bowie, alla ricerca sonora e all’eccentricità di “Metallo non Metallo” dei Bluvertigo, fino al connubio tra musica etnica, popolare ed elettronica degli ultimi dischi in studio di De Andrè. In questo mosaico di ispirazioni, EDEL riesce a far emergere una voce autentica e personale, mantenendo salda la propria identità artistica.

L’album è stato anticipato dai singoli “Canzone poco originale sulla solitudine”, “Il bene che ci potremmo fare”, “Per gli amici che avevo” e dal singolo e video “Se vuoi restare sola”.

Edel parla del video e del singolo “Se vuoi restare sola”: è una danza di liberazione. Non importa se nasce da un rifiuto, una rinuncia o una nuova consapevolezza; se il torpore e la fatica siano passeggeri o compagni di lunga data. La danza diventa uno spazio intimo di esplorazione, dove non c’è bisogno di forzare né di trattenere. È una cura sottile, capace di dissolvere il chiacchiericcio limitante della mente nel movimento di un corpo che, finalmente, impara ad amarsi.

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