Presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino, Cuori leggeri è uno di quegli esordi letterari riusciti bene. Molto bene.
Un romanzo “leggero” nel senso positivo del termine: un romanzo scritto in maniera tale che scorre veloce, una scrittura quasi poetica nonostante l’argomento non sia così leggero. In fin dei conti parla d’amore nelle sue varie sfaccettature, e quando mai l’amore è un argomento leggero.
I protagonisti sono Elisa e Umberto, i due non si conoscono ma le loro vite si incrociano, per caso, su un treno Roma-Torino.
E proprio su questo treno inizia tutto: uno sguardo veloce, parole che accompagnano il viaggio, poesie di Baudelaire, un bacio fugace.
Lei ha appena lasciato il suo fidanzato e sta andando a Torino da Sara, la donna che ama.
Lui fa questo tragitto tutte le settimane: va alla Stazione Porta Nuova per sostare qualche istante nel punto in cui quarant’anni prima è morta la sua fidanza, Teresa.
Da questo incontro parte la storia. A capitoli alterni, con tanto di titoli in francese, Elisa e Umberto raccontano le loro storie.
Raccontano il passato e il presente.
Raccontano la sofferenza, la delusione, ma anche la felicità. Ciò che è stato e ciò che forse sarà.
Raccontano le loro scelte, non sempre facili, anzi direi molto difficili.
Elisa e Umberto ci portano nelle loro vite, solo apparentemente lontane. Il loro destino, infatti, si incrocerà di nuovo quando Umberto verrà in possesso del vecchio diario della sua fidanzata Teresa. E grazie al quale finalmente Umberto capirà tante cose.
Attraverso le vicende dei due protagonisti si toccano argomenti importanti, come i pregiudizi, la violenza sulle donne, il lavoro in fabbrica negli anno Settanta, l’emancipazione della classe operaria.
Un romanzo introspettivo, ma non angosciante. Come in un flusso di coscienza, i due protagonisti ci mettono al corrente dei loro pensieri, ci fanno conoscere la loro anima.
È come se fossimo lì con loro, testimoni della lotta contro i fantasmi del passato per quanto riguardo Umberto, e della lotta contro i pregiudizi e le paure del presente per quanto riguarda Elisa.
Se dovessero chiedermi: qual è il tema del romanzo? Io direi che ce ne sono tanti, diversi, ma il filo conduttore è il viaggio, insieme all’amore. Il viaggio del cuore, il viaggio fisico. Il viaggio che comporta movimento e che è l’opposto di immobilità. Immobilità che per quarant’anni ha caratterizzato la vita di Umberto nonostante i suoi viaggi.
“Avrei dovuto rincorrerla e dirle che l’amavo, invece ho fatto una cosa banale. Sono rimasto immobile come un lampione. Ecco… ora penso che l’amore richieda movimento”.
Quindi il viaggio e l’amore… entrambi richiedono movimento.
Movimento che lascia andare il passato e che porta verso il futuro, possibilmente a cuore leggero.