“LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO”
L’intervista a CAMILLA CIRAOLO
Ciao Camilla e benvenuta su 100decibel.
“La quattordicesima domenica del tempo ordinario” è il nuovo film di Pupi Avati. Tra ricordi d’infanzia e malinconia, il maestro ci porta nella Bologna degli anni 70 attraverso una storia d’amore senza tempo.
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Avresti mai pensato di fare un film con Pupi Avati?
Non avrei mai pensato di fare un film. Tanto meno con Pupi Avati. E anche dopo aver ricevuto la prima chiamata, non credevo che sarei mai stata presa, proprio perché non credevo di essere pronta. È un onore conoscerlo e avere la possibilità di crescere con lui, perché anche ora mi sta insegnando molto.
Come è stato interpretare il ruolo di Sandra in questa intensa storia autobiografica del regista?
È stato bellissimo perché mi ha fatto capire del quanto io sia stata forte nel reagire sùbito nel mio passato. Non ho avuto un ragazzo geloso, ma ho avuto una relazione bella intensa e grazie al personaggio di Sandra, ho capito del quanto io sia stata forte nello spostare la nuvola rosa dell’amore che a volte ci impedisce di vedere la realtà di chi si ha di fronte.
Inoltre, interpretare Sandra mi ha dato l’occasione di testare ogni lato di un’interpretazione: la rabbia, la felicità, la paura, il desiderio, etc.
Nel cast c’è anche Lodo Guenzi nel ruolo di Marzio. In questo racconto, Sandra e Marzio vivono continuamente un rapporto particolare. Qual è stato il momento più difficile del tuo personaggio?
Il momento più difficile credo sia stato quando sulla barella il dottore le ha detto che ci sarebbero state altre occasioni per avere figli. Lei fin dalla sua prima sfilata, ha lasciato credere che non le interessasse avere figli, a causa della sua famiglia e della sua crescita. Ma non è mai stato così. Aveva solo paura. Paura di non esserne in grado, paura che le avrebbe rovinato la vita, proprio come lei ha rovinato quella della madre.
Nel momento in cui lo dice a Marzio, era convinta del suo pensiero, ma perché aveva paura che si sarebbe rovinato tutto, qualunque cosa avesse creato e mollato. Quando il dottore le dice che ci sarebbe stata un’altra futura gravidanza, lei realizza che forse non sarebbe stato così, che forse doveva tenerlo… ma ormai era troppo tardi.
Come ci si sente a condividere lo stesso personaggio con una grande attrice come Edwige Fenech?
Rispondo che mi sento grata di aver avuto l’occasione di conoscere un grande persona come Edwige Fenech. Il primo giorno di set, quando è arrivata durante le riprese della mia prima scena, avevo paura che non sarei stata all’altezza dei suoi occhi. Poi il giorno seguente, arrivando molto prima sul set, parlai molto con lei e mi ha dato quella forza di cui avevo bisogno.
Per me è stata la prima volta, e avere l’onore di essere stata con lei e con un cast così umano, mi fa sentire ancora più fortunata di quel che sono stata.
Sogni e realismo, in momenti diversi, sono quasi due facce della stessa medaglia nel film. Cosa condividono oggi Sandra e Camilla?
Condividono la determinazione nell’inseguimento di sé stesse. In modo differente, ma… mai dire mai, magari un giorno mi comporterò come lei. Ad oggi dico di no, ma ripeto, mai dire mai in questa inaspettata vita.
Grazie per queste meravigliose domande, spero di aver comunicato nel modo più efficace quello che significa per me tutto questo. Un saluto a tutti e credete sempre nei vostri sogni.