“La Mer” di dr. gam è un brano che si distingue per la sua origine onirica e il profondo significato che trasmette attraverso la sua storia intrinseca. La canzone prende vita da un sogno, “una visione di un deserto dove una madre e suo figlio cercano di raggiungere il mare”.
La colonna sonora del sogno, cantata in francese, ripete le rassicuranti parole della madre al figlio, invitandolo a non temere il mare: “N’aiez pas peur de la mer” (non avere paura del mare). Questo passo iniziale crea un’atmosfera di calma e conforto, delineando la centralità della madre nel fornire coraggio al suo bambino.
Il videoclip di “La Mer” riproduce con cura i dettagli della fuga dalla guerra e la ricerca di un luogo di pace per vivere e crescere i propri figli. Questa realizzazione visiva, fedele alla visione originaria del sogno, aggiunge un ulteriore strato di profondità e coinvolgimento all’esperienza complessiva di “La Mer”.
Benvenuto, dr.gam! Quando hai iniziato a coltivare la passione per la musica e come hai sviluppato il tuo amore per la chitarra classica?
Avevo 10 anni e suonavo già il piano da 5 anni. Ero in aula aspettando il mio primo insegnante di chitarra classica. Dalla finestra vedo un ragazzo con capelli lunghi biondi e chitarra in spalla che scende dalla moto… era lui. Entra e mi chiede quale fosse il brano più bello che abbia mai ascoltato ed io gli dissi “On my own“, un vecchio brano di Don Costa cantato da sua figlia Nikka. La lezione successiva arrivò e mi suonò “On my own” riarrangiata per chitarra classica. In quel momento la chitarra classica diventò lo strumento più bello di sempre.
La tua formazione è piuttosto eclettica, con studi in chimica all’università e in musica classica al conservatorio. Come pensi che queste diverse influenze abbiano contribuito alla tua identità artistica?
Le scienze e le arti al giorno d’oggi sono viste come dei macro mondi notevolmente distanti tra loro anche se abbiamo esempi di illustri eccellenze nostrane che incarnavano l’esemplare connivenza di tali universi, primo tra tutti Leonardo Da Vinci. Mi viene in mente una chiacchierata con il Maestro Vessicchio prima di montare sul palco del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto qualche anno fa. Interessato appunto della mia preparazione sia scientifica che artistica mi disse: “Le scienze e le arti in superficie sembrano mondi molto distanti, ma tutte le discipline in profondità hanno molti punti di contatto, un po’ come le isole che non sono altro che montagne in gran parte sommerse dal mare, ma che in profondità hanno la terra che le unisce”.
Hai suonato in oltre 1700 concerti in Italia, Europa e negli Stati Uniti. Ci puoi raccontare una delle tue esperienze più significative durante questi tour?
Ero in America ospite del percussionista Americano Steve Ferraris per una serie di concerti e aspettavo di salire sul palco dello Skunk Hollow ad Hartland in Vermont. Era il mio primo concerto negli States. Mi accorsi che avevo la salivazione a zero, ero già sul palco, impossibile cantare in quelle condizioni. Attaccai a suonare la chitarra, la band mi seguì ed il pubblico si alzo subito a ballare, era tornato tutto a posto… fu una serata memorabile.
Nel 2023, hai chiuso la collaborazione con Universal Music Group e hai firmato con AWAL/The Orchard/Sony Music. Qual è stato il motivo di questo cambio e cosa ti aspetti da questa nuova fase della tua carriera?
I miei referenti in Universal erano in Italia e AWAL/The Orchard/Sony Music ha invece base a Londra. Scrivendo in diverse lingue avevo bisogno di un supporto più internazionale.
Parliamo dei tuoi progetti più recenti. Il singolo “Kilimangiaro” è stato un grande successo, con un video in 3D che ha ottenuto molta attenzione. Puoi condividere la storia dietro questo singolo e la scelta di un video così innovativo?
“Kilimangiaro” come gran parte dei miei brani è arrivato in sogno ed era il Marzo 2020. La sensazione forte in quelle settimane era che non eravamo caduti così in basso per caso, Quello che stava accadendo era una conseguenza logica del percorso intrapreso dall’umanità… accelerato negli ultimi 50 anni. Io naturalmente scrivo ad immagini, e questo metodo di scrittura ha il vantaggio che il video è già nella canzone e, nel caso di Kilimangiaro, siccome le scene contenute nel testo sarebbero state impossibili da girare personalmente, e visto anche che da sempre avrei voluto produrre un video in 3D, ho contattato l’ottimo Francesco “ZANO” Zanotti ad aiutarmi in questa impresa.
Quali sono le aspettative per il tuo nuovo singolo “La Mer” appena pubblicato? Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso questa nuova traccia?
Come ogni brano spero che arrivi al più alto numero di persone possibile. “La Mer” non nasce con l’intento di insegnare per forza qualcosa, è un sogno che ho voluto riportare integralmente nel video curato da Serena Paglino e dagli allievi dell’Istituto Cine TV di Roma diretti da Luca Arduini, la cui colonna sonora era un ritornello che cantava “N’ayez pas peur de la mer” il resto del testo è stato poi scritto magistralmente da Kelly Joyce. Poi i messaggi del sogno arriveranno a chi avrà la sensibilità per coglierli.
Come artista, come gestisci l’equilibrio tra la tua visione creativa e la collaborazione con altri artisti, come nel caso di Kelly Joyce nella scrittura di “La Mer”?
Non c’è nessuna gestione, nel caso di “La Mer” ho proposto a Kelly la bozza del brano, lei ne è rimasta colpita e ha trovato l’ispirazione per il testo, tutto semplicemente e naturalmente.
Infine, quali sono i tuoi progetti futuri? C’è qualcosa che i tuoi fan possono aspettarsi nei prossimi mesi?
Il 2024 sarà pieno di uscite di singoli e video per poi racchiudere tutto in un album; nel contempo stiamo già lavorando per il tour estivo.