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Il nuovo film di Pupi Avati

“LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO”

“Tutto nella mia vita comincia in un posto speciale di Bologna, un posto dove le cose che sognavi accadevano”

Il film più autobiografico, personale e sincero del regista e sceneggiatore Pupi Avati, maestro del cinema italiano. 

Il film si apre con un’immagine poetica, in bianco e nero, di un vecchio chiosco di gelati attorniato da bambini sorridenti.  Nel film ritroviamo la Bologna negli anni 70 con i giovanissimi Marzio (Lodo Guenzi), Samuele (Nick Russo) e Sandra (Camilla Ciraolo), ognuno con un suo sogno da realizzare. 

All’inizio, i due giovani bolognesi formano un duo musicale chiamato i “Leggenda”.  Tra i due si inserisce Sandra, la donna della vita di Marzio. La canzone del duo “Leggenda” rappresenta la colonna sonora del film:

Ovunque nella stanza ci son sogni non realizzati, si involano lontano nel silenzio terre remote. Le cose belle son fuggite via dal cielo buio della mia vita, vennero una domenica di giugno che avemmo per essere felici. E torno ancora e so che tornerò per sempre alle tue dita che intrecciano le mie nel tuo tepore. Le cose belle son volate via dal cielo buio di tutta la mia vita e le tue labbra che cercano le mie, le tue labbra che trovano le mie e tornerò per sempre” (Pupi Avati e Sergio Cammariere).

Il duo non decolla e i due amici prendono strade diverse: Samuele diventa un dirigente di banca, Marzio invece continua a tentare la strada del mondo dello spettacolo. Quando Marzio, ormai anziano (Gabriele Lavia), nel 2023 prova a rivolgersi a Samuele (Massimo Lopez) per convincerlo a riformare il duo viene cacciato dal suo ex amico. Pochi giorni dopo, Samuele, sconvolto per la morte del figlio, si suicida. L’evento drammatico sarà l’occasione che farà incontrare nuovamente Marzio con la sua ex moglie Sandra (Edwige Fenech) il cui matrimonio era finito lo stesso giorno in cui si erano sciolti i “Leggenda”.

Il film segue, in ordine non cronologico e con salti temporali frequenti, la vita dei protagonisti. Sotto forma di malinconia del tempo perduto e mai più ritrovato, il regista delinea momenti di amarezza ma con una leggerissima dolcezza emotiva, lasciando spazio ad una flebile speranza di nuovi sentimenti. 

Il casting è tanto particolare da disorientare piacevolmente lo spettatore. Oltre a Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) e Gabriele Lavia (Maestro di teatro), Pupi Avati riporta al cinema dopo molto tempo Edwige Fenech (icona della commedia sexy anni Settanta). Anche l’esordiente Camilla Ciraolo riesce ad emozionare nei panni della giovane Sandra, “una ragazza che sogna di fare l’indossatrice e di avere una casa con tutte le pareti blu” (la nostra intervista ).

Il regista nell’intervista rilasciata a Spettacolo Tg Sky24 ha dichiaratoVolevo raccontare come in fondo siamo tutti dei falliti. Come alla fine del percorso della propria vita e in generale di tutti quanti noi, si ha come la netta sensazione che i sogni che avevi fatto fin da quando eri ragazzino non si sono realizzati. E il mio racconto inizia proprio in un posto di Bologna: un chiosco di gelati realmente esistito e che da piccolo frequentavo anche io, apparentemente magico in cui davvero si aveva le percezioni che tutto era possibile. Poi ho immaginato il trascorrere del tempo, una coppia separata che si rincontra dopo 35 anni e che fa i conti con l’intero loro percorso. E quel lento riavvicinarsi mettendo sul piatto gioie, dolori, delusioni ma anche la voglia di fare l’ultimo pezzo della vita insieme. Credo che il condividere la cosiddetta terza età, questa stagione così complicata della propria vita con qualcuno che ti conosca e che ti stia accanto possa rappresentare un sollievo non indifferente.”

Edwige Fenech nell’intervista rilasciata a RollingStone ha dichiarato “Sono emozionata per questo ruolo, uno di quelli che possono capitare raramente, non solo a me ma a un’attrice in generale. L’ho vissuto veramente in pieno. Sono stata fortunata a ricevere questa proposta da Pupi, mi ha dato la possibilità di esprimermi davvero come attrice”.

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