Si è aperta ufficialmente il 22 Novembre al Museo della Musica di Bologna (Strada Maggiore No.34), la mostra che ripercorre i 40 anni di carriera di Luca Carboni.
L’inaugurazione c’è stata il 21 Novembre, molti gli amici di Luca che sono passati a vedere la premiere.
Tra loro Gaetano Curreri, Vincenzo Pastano, Riccardo Sinigallia, Alex Infascelli, Stefano Bonaccini e il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Questa è stata la prima uscita pubblica di Luca Carboni, dopo la guarigione dalla malattia che lui stesso aveva raccontato a Walter Veltroni a Settembre sul Corriere Della Sera (qui articolo).
Un viaggio nell’arte a 360° che il cantautore bolognese ha fatto in questi quattro decenni.
Una parte è dedicata alla musica, con alcuni video inediti proiettati in una saletta apposita.
Poi troverete i bozzetti dei disegni che da sempre Luca fa e che spesso si sono trasformati nelle copertine dei suoi dischi.
Ricordate la copertina di Persone Silenziose?
Già all’ingresso si capisce dove si andrà a parare.
Vi troverete catapultati nel mondo di Carboni attraverso una installazione dove non manca la maglia No.7 del Bologna e anche quella che gli hanno donato con il No.40 e il casco dell’ultimo Sputnik Tour.
La mostra è la giusta fusione tra le due anime di Luca Carboni, il cantautore e il pittore che diventano una cosa sola.
La mostra, curata da Luca Beatrice e prodotta da Elastica, si snoda attraverso quattro stanze.
Una sezione è dedicata alla sua città e non per niente è stata battezzata Bologna è una regola.
Sono davvero tante le opere che troverete in mostra, oggetti cari a Luca.
Ci sono le cattedrali che riportano il visitatore nel mondo della fede di Carboni, ma anche un angolo dedicato alla sua reinterpretazione delle bandiere.
Nei bozzetti troverete anche i disegni del palco per il concerto con Jovanotti nel 1992 e il disegno che diventò la copertina del disco e il manifesto del tour.
Quando gli hanno chiesto perché l’avesse chiamata Rio Ari O, Luca ha risposto:
“è la prima cosa che la gente ha sentito dalla mia voce, un gioco vocale senza significato che però spero sia diventato un simbolo“.
Sono passati 40 anni da quel …Intanto Dustin Hoffman Non Sbaglia Un Film, voi fino al 9 Febbraio avete l’occasione andando a Bologna di entrare in questo mondo fatto di musica e pittura.
Per la foto in bianco e nero si ringrazia Nino Saetti (@ninofuorimodena).